Tra i Paesi europei, l’Italia è stata tra i più colpiti dalla pandemia di Covid-19, che ancora oggi sta affrontando ed è impossibile prevedere la sua fine, visti i ritardi della campagna vaccinale e i continui casi in aumento: il nostro Pil rischia di scendere di oltre il 10%. Ciò interesserà non solo l’economia nazionale, ma anche le attività degli imprenditori italiani all’estero. Tuttavia, ciò non influisce sulle loro intenzioni di sviluppo in Russia: l’Italia è pronta a proseguire e rafforzare la cooperazione, principalmente nella direzione scientifica e tecnica. In questo articolo capiremo come l’imprenditoria russa può aiutare quella italiana a trasformarsi e ad adattarsi all’attuale realtà russa, e scopriremo quali opportunità di sviluppo stanno trovando gli imprenditori italiani qui nella Federazione.
Il concetto di “Made with Italy” si sviluppò fin dal 2008-2009, quando la crisi globale colpì duro e il potere d’acquisto della popolazione russa diminuì. Ma è dopo l’introduzione delle sanzioni anti-russe che ha sostituito l’idea più tradizionale di “Made in Italy”, per non perdere la cooperazione bilaterale costruita nei decenni precedenti e anzi rafforzarla. Know-how italiano (competenza ed esperienza) e tecnologie italiane (macchinari) vengono oggi utilizzati in Russia per la produzione in loco di quei beni che precedentemente venivano importati dall’Italia: da vestiti e scarpe a prodotti più complessi come mobili e attrezzature industriali. Alla fine del 2019 l’Italia era tra i primi cinque maggiori fornitori della Russia, anche se a causa delle sanzioni le esportazioni dall’Italia alla Russia sono diminuite di quasi il 30%.