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27.07.2022

Russia: il mercato cerca nuovi fornitori, si moltiplicano gli ordini

Il rublo forte, l’uscita di scena di alcuni colossi occidentali e la necessità di ampliare le scorte di magazzino stanno creando interessanti opportunità per le aziende del Made in Italy

Russian Center 27/07/2022

Stabilizzazione e opportunità. Si potrebbe raccontare così, in estrema sintesi, lo stato degli attuali rapporti commerciali con la Russia. L’export italiano verso la Federazione infatti non si è mai fermato: si è adattato velocemente alle nuove modalità di esportazione, con certificati e documenti integrativi, e sta trovando nuovi sbocchi in quelle “voragini” di mercato lasciate dai colossi occidentali che hanno interrotto le relazioni con Mosca a seguito della situazione geopolitica. E ora che diversi brand europei sono usciti di scena, le opportunità per le aziende del Made in Italy si moltiplicano. Nell’ultimo mese molte imprese italiane che esportano in Russia hanno registrato un notevole aumento degli ordini, incentivato dal rublo forte e dalle scorte di magazzino in via di esaurimento. È proprio la forza della valuta, unita all’urgenza di trovare fornitori sostitutivi, a spingere l’acceleratore sugli acquisti: chi prima comprava merci dall’Italia mensilmente, adesso effettua ordini per un valore di tre volte superiore. E i russi, come dimostrano i fatti, sono soliti pagare in anticipo!

Il mercato russo quindi è aperto e in fermento, e guarda al Made in Italy con estremo interesse nel tentativo di fronteggiare la carenza di macchinari e pezzi di ricambio indispensabili per molti settori chiave dell’economia. Nella maggior parte dei casi, i produttori russi si affidano a componenti e attrezzature esteri: nel comparto delle macchine agricole, ad esempio, il 35% dei costi di produzione è legato ai componenti d’importazione, e l’Italia occupa il quarto posto tra i Paesi fornitori con una quota del 6,33%, dopo Germania (21,33%), Cina (12,9%) e Bielorussia (9,28%). Osservando il settore dei macchinari per l’industria tessile, invece, emerge che tra gennaio e marzo 2022 il valore dell’export dell’Italia verso la Russia è addirittura cresciuto del 137,53% rispetto allo stesso periodo del 2021, ed è stato pari a 8,5 milioni di euro (dati ICE).

La situazione dunque è stabile, sia in termini di produzione industriale, quantità e regolarità degli ordini, sia dal punto di vista della logistica e dei pagamenti.

Inoltre, gli indicatori economici del Paese più grande del mondo hanno registrato nel mese di maggio 2022 dati decisamente migliori rispetto alle previsioni: secondo uno studio della banca statunitense Jp Morgan, la flessione del PIL sarebbe nettamente inferiore al previsto (3,5%, a fronte di un atteso 9%), la disoccupazione a maggio è lievemente calata (dal 4 al 3,9%), i consumi si sono stabilizzati e il mercato del lavoro regge. Anche il rublo dopo un crollo iniziale si è ripreso, rivelandosi la moneta cresciuta di più al mondo nel 2022.

Infine non bisogna dimenticare che il mercato russo è una porta d’accesso per vendere la merce anche nei Paesi limitrofi dell’Eurasia, che sono strettamente interconnessi tra di loro e dove il Made in Italy può trovare nuove e interessanti opportunità.

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