27.12.2021

L’export italiano in Russia si conferma positivo

Nonostante la crisi causata dalla pandemia, nel primo semestre del 2021 le esportazioni del Made in Italy nella Federazione hanno registrato un aumento del 36% in termini di valore e del 17% di volume. Previsto un nuovo ciclo di investimenti nei settori delle infrastrutture e dell’oil&gas

Lucia Bellinello, 27/12/2021

Sono ancora una volta i macchinari industriali e i loro componenti a trainare l’export italiano nella Federazione Russa. Lo dicono i dati relativi al primo semestre del 2021, che fotografano un andamento in crescita, spinto dal significativo aumento delle attrezzature industriali per il trattamento termico dei materiali (su del 195,17% rispetto allo stesso periodo del 2020).


 Dando un’occhiata all’anno che sta per concludersi, lo scenario appare incoraggiante: nel periodo gennaio-maggio 2021, il valore delle importazioni russe dall’Italia è stato di 4,62 miliardi di dollari, pari a un volume di 557,99 mila tonnellate di merci. Rispetto allo stesso periodo del 2020, anno nero della pandemia, si è registrato un aumento del 36% in termini di valore e del 17% di volume.


Sul totale delle importazioni russe dal mondo, nella prima metà del 2021 l’Italia ha detenuto una quota di mercato del 4,1%.


Secondo le statistiche, in cima alla lista dell’export italiano in Russia ci sono reattori nucleari, caldaie, macchine, apparecchi e congegni meccanici e loro componenti (pari al 29,51% del valore), prodotti farmaceutici (10,30%), macchinari, apparecchi e materiale elettrico e loro componenti, apparecchi per la registrazione o la riproduzione delle immagini e del suono per la televisione, parti ed accessori (5,49%), materie plastiche e relativi articoli (4,30%), bevande alcoliche, analcoliche e aceto (3,52%).


Dall’Italia sono stati importati in Russia anche prodotti farmaceutici preconfezionati per un valore di 409,58 milioni di dollari, pari a 2,31 mila tonnellate, con un incremento delle importazioni dell'86,74%.


Le importazioni di attrezzature industriali o di laboratorio per il trattamento termico dei materiali sono aumentate del 195,17%, e hanno raggiunto un valore di 161,76 milioni di dollari.


Dall’Italia sono stati forniti rubinetti, valvole e accessori per tubazioni e serbatoi per un importo di 140,92 milioni di dollari, con un aumento del 3,09%.


La Russia ha poi importato dall’Italia vino e mosto d’uva naturale per un valore di 129,53 milioni di dollari (+45,81% rispetto allo stesso periodo del 2020).


Le calzature con suole in gomma, plastica, cuoio e tomaie in cuoio sono aumentate del 53,99%, salendo a 110,19 milioni di dollari. I principali fornitori di tessili e calzature in Russia sono Cina, Bangladesh, Bielorussia, Turchia, Italia e Uzbekistan.
Nel periodo gennaio-maggio 2021, l’export italiano in Russia è stato destinato principalmente a Mosca, alla Regione di Mosca, a San Pietroburgo, alla regione di Leningrado e al Tatarstan (dati statimex.ru, russian-trade.com, ru-stat.com).

In generale, secondo le previsioni appena pubblicate dalla Banca Euroasiatica di Sviluppo, la fase di recupero dalla crisi causata dal Covid dovrebbe ormai essersi conclusa; e la ripresa in Russia sarebbe stata sostenuta dall’andamento favorevole dei mercati oil&gas e delle materie prime.


Già alla fine del secondo trimestre il PIL era tornato ai livelli pre-Covid, e il 2021 dovrebbe chiudersi con un livello di PIL superiore al 2019, con un punto percentuale in più; complessivamente, la crescita del PIL russo nel 2021 dovrebbe essere del 4,1%; le previsioni annunciano una crescita del prodotto interno lordo del 2,8% nel 2022 e del 2,1% nel 2023.


Stando ai pronostici della Banca Euroasiatica di Sviluppo, la lezione appresa dai Governi dei paesi dell’Unione Euroasiatica nel periodo della pandemia dovrebbe favorire un nuovo ciclo di investimenti, perlopiù legati ai settori delle infrastrutture e dell’oil&gas.


Infine, come si legge nel “Rapporto export 2021” realizzato da SACE, “nonostante le tensioni politiche degli ultimi anni, la Russia resta un mercato significativo per l’export italiano. La solidità economica del Paese, in termini di basso debito pubblico e copiose riserve valutarie, è stata solo in parte intaccata dalla pandemia”. E nel futuro più immediato, sulla base degli investimenti previsti nel paese, dovrebbe essere ancora una volta la meccanica industriale a guidare le esportazioni del Made in Italy verso Mosca e il resto della Russia.


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