13.12.2021

Estremo Oriente Russo: export e opportunità per le imprese italiane.

Questo territorio occupa quasi il 41% della superficie della Russia. E sono sempre di più le PMI italiane che decidono di fare affari qui, attratte dagli incentivi finanziari e dalle esenzioni fiscali. Nel 2020 l’Italia ha esportato soprattutto compressori, pompe, ventilatori, rubinetti e valvole

Lucia Bellinello, 13/12/2021

Una posizione geografica strategica. Un territorio vasto e variegato, ricco di risorse naturali e giacimenti. Una moltitudine di agevolazioni finanziarie, esenzioni fiscali e procedure amministrative agevolate. È il territorio dell’Estremo Oriente Russo, il più grande distretto federale della Russia che, con i suoi 7 milioni di km², occupa il 40,6% della superficie del paese più grande del mondo. Un distretto sul quale vale la pena di accendere i riflettori, per capire opportunità e vantaggi in termini di investimenti.

Se in passato questo territorio attirava l’interesse prevalentemente delle grandi imprese, ora, grazie ai numerosi stimoli economici varati dal Governo russo, ha iniziato ad attrarre anche le PMI italiane. E non a caso: da qualche anno lo sviluppo di questa regione è al centro della strategia di crescita prevista dal Cremlino. Mosca, infatti, eroga enormi finanziamenti federali per vari programmi di sviluppo volti a migliorare l’economia locale, le infrastrutture, l’ammodernamento delle città, lo sfruttamento delle risorse naturali e la produzione di prodotti finiti.

 

L’export dall’Italia

Nel 2020 l’Italia ha esportato nel distretto dell’Estremo Oriente beni per un valore di 82 milioni di euro (nel 2018 l’importo era stato di 74 milioni; 99 milioni nel 2019, dati ICE), collocandosi al 7° posto tra i paesi fornitori. Tra i principali prodotti Made in Italy esportati si registrano pompe, compressori, ventilatori, rubinetti, valvole e componenti per apparecchiature.

La classifica mondiale in termini di esportazioni verso questo distretto è guidata da Cina (con 3,4 miliardi di euro), Giappone (944 milioni di euro) e Repubblica di Corea (573,8 milioni di euro).

A livello generale, i settori di maggior interesse per gli investimenti stranieri nel 2020 sono stati la logistica dei trasporti, l’agricoltura, la lavorazione del legno, i prodotti petrolchimici ed estrazione di minerali solidi. Non a caso, infatti, in questo territorio si concentrano moltissime riserve di minerali (il sottosuolo contiene il 98,2% delle riserve russe di stagno, l'80,7% di uranio, l'81% di diamanti, il 65,6% di argento, il 58,8% di zinco, il 51,3% di oro, il 51,2% di piombo, e l’elenco potrebbe essere ancora lungo); inoltre, sono stati scoperti diversi depositi di carbone, petrolio e gas naturale.

Per quanto riguarda l'agricoltura, nei territori dell'Amur, Khabarovsk, Primorskij e nella Repubblica di Sakha (Yakutia) vengono coltivati soprattutto grano, soia, patate e ortaggi; in Kamchatka si sta sviluppando la coltivazione di ortaggi in serra.

Ma non è finita qui: il distretto dell’Estremo Oriente è uno dei leader in termini di risorse forestali del paese.

 

I settori più promettenti

Tra i settori più promettenti per chi fa business - oltre all’industria petrolifera, del gas e del carbone - si rilevano i comparti legati alla costruzione e alla riparazione navale (concentrati perlopiù a Vladivostok, Nakhodka, Khabarovsk e  Petropavlovsk-Kamchatskij), alla lavorazione del legno, attiva soprattutto nella parte meridionale della regione, e all’industria dell’energia idroelettrica: il potenziale idrico dei tre grandi bacini dell'Estremo Oriente (Lena, Amur e Kolyma) è pari a quasi la metà del potenziale mondiale.

 

Le agevolazioni e le opportunità per le imprese

Situato vicino ai grandi mercati asiatici, porta d’accesso per avviare interessanti triangolazioni anche con Cina, Giappone e Corea del Sud, il distretto Federale offre agli investitori opportunità sempre più attraenti grazie alla possibilità di lavorare nelle zone economiche speciali. Oltre al porto franco di Vladivostok, in tutta l’area si contano 23 zone preferenziali (Territori di sviluppo accelerato o Tor) che godono di regimi fiscali agevolati e attirano grossi progetti legati alla logistica, alla costruzione navale e alle attività portuali. Oltre a un regime di zona doganale libera, i Tor offrono l’esenzione dall’IVA e dai dazi all’importazione.

Nel territorio dello sviluppo accelerato “TOR Yakutia”, ad esempio, sono stati erogati alle società numerosi incentivi che consentono di risparmiare sulla costruzione dei capannoni industriali.

Non stupisce quindi che il 30% degli investimenti diretti in Russia si concentri proprio qui, generando valore nei settori delle infrastrutture, medico e ospedaliero, oltre che nell’estrazione mineraria ed edilizia.

Inoltre, non bisogna dimenticare che le vie di trasporto più importanti del paese, come la Transiberiana, la linea Bajkal-Amur e la rotta del Mare del Nord, attraversano proprio questa regione.

 

Progetti in cantiere

Tra i progetti che meritano di essere menzionati vi è la messa in funzione di un nuovo ed enorme giacimento di rame e di oro nella penisola della Chukotka (ricordiamo che il distretto Federale dell'Estremo Oriente è composto da 11 soggetti amministrativi, tra cui il Circondario autonomo della Chukotka): lì verranno costruite ben quattro centrali nucleari galleggianti per la fornitura di energia elettrica; nei pressi di Vladivostok verrà aperto un impianto per la produzione di attrezzature elettriche di un’azienda italo-russa che darà lavoro a duemila persone e sulla ventosa isola di Sakhalin verranno costruiti alcuni parchi eolici. È evidente, quindi, che c’è una grande richiesta di tecnologia e attrezzature, come pompe, valvole e compressori, indispensabili per la realizzazione di questi progetti. Tra l’altro proprio Sakhalin si è posta l’ambizioso obiettivo di raggiungere entro il 2025 la piena neutralità carbonica grazie alle proprie riserve di gas naturale e alla produzione di energia rinnovabile con parchi eolici e solari. Insomma, porte aperte anche agli investimenti “green”.

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