28.01.2022

Esportare in Russia, un paese in crescita: il racconto di un imprenditore

Secondo le previsioni, il PIL del paese più grande del mondo dovrebbe aumentare del 2,4%. Molte le opportunità di business. La testimonianza di Flavio Collazuol, direttore di Hydropompe, che attraverso i servizi del Russian Center è riuscito a esportare i propri prodotti in Russia

Lucia Bellinello, 28/01/2022

Dopo il forte rimbalzo economico registrato nel 2021, anno in cui il prodotto interno lordo è aumentato di oltre il 4%, nel 2022 la crescita della Russia dovrebbe confermarsi stabile, anche se più lenta, e attestarsi intorno al 2,4%. Lo dicono i dati della Banca Mondiale, che tracciano una panoramica dello stato di salute dell’economia del paese più grande del mondo.

Secondo l'ultimo report, la Russia ha superato il periodo nero della crisi epidemiologica e la sua economia è tornata al di sopra dei livelli pre-pandemici, trainata da un forte incremento dei consumi. E anche se nel 2022 non si potrà più contare sull’effetto “recupero” rispetto ai livelli pre-crisi, secondo gli analisti la crescita sarà comunque sostenuta dai comparti legati alle materie prime, oltre che dai principali settori di investimento come l'industria mineraria ed estrattiva (24%), l'industria manifatturiera (21%), il commercio all'ingrosso e la riparazione dei veicoli a motore (15,7%). Secondo gli analisti di Schneider Group, è un buon momento per investire in questi campi, tenendo presente che l'industria manifatturiera in primis ha un grande bisogno di innovazione tecnologica.

Secondo gli esperti, nel 2022 anche l’inflazione dovrebbe scendere, passando dall’attuale 7,9% al 4,9%.

Le opportunità “verdi”

Così come suggerisce la Banca Mondiale, l’economia russa potrebbe essere influenzata dalla tendenza globale della transizione ecologica, pertanto le nuove occasioni “green” sono dietro l’angolo. “La sostenibilità ambientale sta diventando centrale nell'agenda economica globale - ha dichiarato Renaud Seligmann, direttore nazionale della Banca Mondiale per la Russia -. Con l'impegno di Mosca di diventare neutrale al carbonio entro il 2060, il paese ha ora bisogno di intraprendere azioni concrete per la decarbonizzazione”.

Moltissime, quindi, le opportunità nei settori “verdi”: una fra tutte, quella legata al mercato dei veicoli elettrici, che al momento è praticamente inesistente.

L’export

Per quanto riguarda l’export, la Russia ha registrato un incremento delle sue importazioni anche negli ultimi mesi del 2021, passate da 26,8 miliardi di dollari nell'ottobre del 2021 a 27,9 miliardi nel mese di novembre; stando alle previsioni di Trading Economics, l’import russo nel 2022 dovrebbe mantenersi in linea con i risultati dell’anno precedente. Riflettori puntati quindi sui settori leader dell’import: macchinari, attrezzature e trasporti (45% delle importazioni totali), prodotti chimici (19%) e prodotti alimentari e agricoli (14,5%).

Stando ai dati, quello russo si conferma dunque un mercato dalle enormi potenzialità, soprattutto per il Made in Italy, da sempre sinonimo di eccellenza e qualità.

Inoltre bisogna tener presente che i russi non solo guardano ai prodotti italiani con interesse, ma, una volta acquisiti come clienti, si rivelano fedeli e mantengono la collaborazione per anni; per di più, quando hanno a che fare con i produttori esteri, gli imprenditori russi sono abituati a pagare la merce in anticipo!

Come investire allora in Russia?

La prima operazione da compiere per espandere la propria attività commerciale in Russia è il mandato esplorativo: un primo step che, oltre a fornire dati e informazioni chiave sulle reali possibilità di guadagno, apre un canale di dialogo tra le aziende italiane e i possibili partner russi.        

Al termine di questa prima fase l’imprenditore ottiene una panoramica completa delle prospettive di ingresso e crescita nel mercato dell’est, e conosce il reale interesse manifestato dai distributori locali nei confronti dei suoi prodotti; con tutte queste informazioni e i contatti, può avviare subito una collaborazione con la Russia.

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Da anni il Russian Center aiuta le imprese italiane a esportare i propri prodotti in Russia e nei paesi CSI: un viaggio che inizia proprio con questo mandato esplorativo e che ha già dato soddisfazioni a molti imprenditori.

Il successo di Hydropompe: “Così la nostra impresa è arrivata in Russia”

Hydropompe è solo una delle tante imprese italiane entrate nel mercato russo grazie agli strumenti messi a disposizione dal Russian Center. “La nostra collaborazione è iniziata tre anni fa”, racconta Flavio Collazuol, direttore di Hydropompe, che a Ponte nelle Alpi, nel cuore delle Dolomiti Bellunesi, progetta e realizza elettropompe sommergibili per il drenaggio delle acque a uso domestico e industriale.

La collaborazione con il Russian Center è partita con il mandato esplorativo, un progetto strutturato ad hoc per l’impresa, che ha permesso di analizzare a fondo il mercato e identificare i clienti russi in target. Sono seguiti due anni di intensa attività promozionale, durante i quali il Russian Center ha presentato l’azienda e i suoi prodotti a più di 300 ditte russe: un lavoro di marketing che ha dato grande visibilità al brand e lo ha fatto crescere nel nuovo mercato. Particolarmente utile si è rivelata anche la partecipazione alla fiera Aquatherm di Mosca, dove Hydropompe ha esposto alcuni macchinari.

“Entrare nel mercato russo non è facile, ma adesso abbiamo individuato il cliente giusto per noi”, dice Collazuol, che ha già firmato i primi contratti con un importatore-distributore di San Pietroburgo.

Dopo aver rinnovato per la terza volta il mandato con il Russian Center, Hydropompe sta ora promuovendo quotidianamente i suoi prodotti non solo in Russia, ma anche in Kazakistan e nei paesi dell’ex Unione Sovietica: un mercato interessante, di cui la Russia è la principale porta d’ingresso. Secondo le previsioni della Banca Eurasiatica di Sviluppo, nel 2022 il PIL aggregato dell’Unione Economica Eurasiatica (di cui fanno parte Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan) dovrebbe crescere del 2,9%.

“Nonostante appaiano un po’ freddi e restii, alla fine i partner russi si sono rivelati molto disponibili - conclude Collazuol -. Il Russian Center ha fatto davvero un buon lavoro”.