Home chevron_right News chevron_right Agricoltura e silvicultura in Russia
06.12.2021

Agricoltura e silvicoltura, porte aperte in Russia per i produttori di macchinari e attrezzature

L’Italia è al sesto posto tra i paesi fornitori di macchine e attrezzature per la produzione forestale e agricola. E le opportunità per il Made in Italy in Russia sono ancora tante

Lucia Bellinello, 06/12/2021

Attrezzature per la lavorazione e il trattamento del latte, impianti per la mungitura e incubatrici per pollame; ma anche macchine per la calibrazione di frutta e uova, presse per la paglia e falciatori di fieno. Sono solo alcuni dei macchinari italiani più richiesti e venduti in Russia tra il 2018 e il 2020 nella categoria “macchine e attrezzature per la silvicoltura e l’agricoltura”. La fotografia è stata scattata dall’ICE sulla base delle statistiche doganali ufficiali, secondo le quali, nel periodo compreso tra gennaio 2018 e dicembre 2020, la Russia ha importato dall’Italia “macchine e attrezzature per la produzione forestale e agricola” per un valore pari a 352 milioni di dollari. E così, con una quota di mercato del 5,4%, l’Italia nel 2020 si è confermata al sesto posto tra i paesi fornitori della Federazione Russa di queste attrezzature; a guidare la classifica c’è la Germania con una quota del 21,9%, seguita dalla Bielorussia (16,4%) e dai Paesi Bassi (10,9%).           

 

Il quadro generale

Secondo le statistiche doganali ufficiali, tra il 2018 e il 2020 sono state importate in Russia dal mondo “macchine e attrezzature per la silvicoltura e l’agricoltura” per un valore di 6,8 miliardi di dollari. L’import ha premiato soprattutto i produttori di presse, frantoi e attrezzature per la vinificazione, la produzione di sidro, succhi di frutta e bevande, che hanno registrato una crescita costante del +34% e +247,3%; bene anche le macchine per la mungitura e le attrezzature per la lavorazione del latte (+17,9% e +33,7%).

 

I macchinari italiani più richiesti

Questo trend globale si riflette anche sull’Italia: negli ultimi anni, a dare maggiori soddisfazioni in termini di stabilità e aumento delle richieste dalla Russia sono state proprio le attrezzature italiane per la mungitura, la lavorazione e il trattamento del latte, che nel 2019 hanno registrato un +61,7% rispetto al 2018 (+1,9% nel 2020 sul 2019).

Interessante anche il tasso di crescita delle incubatrici per pollami e delle attrezzature per la germinazione dei semi con dispositivi meccanici o di riscaldamento (+24,9% nel 2020 rispetto al 2019); seguono, in termini di crescita dell’export, le macchine per la raccolta e la trebbiatura delle colture, le presse per imballare la paglia e il fieno, i falciatori e i tosaerba, i macchinari per pulire, selezionare o classificare le uova e la frutta (+14,1%). I trattori classificati sotto la voce 8701 dei codici merci TN VED hanno invece registrato un aumento dell’8,2%.

Meno bene le attrezzature per l’industria molitoria e le macchine per pulire, classificare e calibrare semi, cereali e legumi secchi, che, dopo un interessante aumento registrato nel 2019 (quando il fatturato era stato di 11,9 milioni di dollari), nel 2020 sono tornate ai livelli del 2018, per un valore di 2,2 milioni di dollari.

Sul mercato russo c’è spazio anche per i macchinari agricoli usati, purché relativamente giovani (lo Stato non è interessato a importare macchinari usati che abbiano un’età lavorativa superiore ai 3 anni, tant’è che ci sono alti livelli di tassazione per l’uso di macchinari che abbiano un’età operativa avanzata).

Secondo l’ICE, la fetta più grande delle macchine e attrezzature italiane importate in Russia è assicurata dalle organizzazioni russe impegnate nel commercio all'ingrosso (eccetto autoveicoli e motocicli), con una quota del 55%; al secondo posto ci sono il commercio all’ingrosso e al dettaglio di autoveicoli e motocicli, e la loro riparazione (15%); seguono al terzo posto le aziende impegnate nella produzione di colture, allevamento, caccia e fornitura di servizi legati a queste attività (12%).

 

Le opportunità

Tenendo conto delle misure di sostegno statale volte a stimolare la domanda di macchine agricole e forestali, e dei profitti generati nel 2020 dal settore agricolo, le previsioni suggeriscono un trend positivo anche nel futuro più immediato.

Così come fa notare l’ICE, attualmente c'è solo un’impresa con capitale italiano che opera in Russia; perciò per i produttori italiani potrebbero esserci interessanti opportunità non solo in termini di export, ma anche a livello di cooperazione con le imprese locali, per creare impianti di produzione comuni che possano servire ad aumentare la quota dei macchinari realizzati in loco. E, anche se di più difficile attuazione, questa politica sembra essere quella più promettente.

Se volete saperne di più su come entrare nel mercato russo, cliccate qui.