22.04.2021

Le questioni sollevate dal cambiamento climatico globale hanno stimolato molti Paesi in via di sviluppo a intraprendere strategie “verdi” e a investire in energia “pulita”, per puntare a una completa decarbonizzazione del settore e ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. La crescentetendenza delle fonti di energia rinnovabile si traduce in un graduale abbandono delle centrali nucleari e termiche, a favore di opzioni alternative: principalmente il solare e l’eolico. Oggi le fonti energetiche rinnovabili generano poco più dell’8% dell’energia mondiale, ma entro il 2030 dovrebbero già produrre il 25% del totale. Esaminiamo i successi che Russia e Italia hanno ottenuto in questo settore e come la cooperazione tra i due Paesi possa segnare l’inizio dell’era “verde”.

Il settore dell’energia in Russia

A differenza dell’Italia, la Russia non ha una quota elevata di fonti di energia rinnovabile: raggiungono a malapena l’1% nel sistema energetico unificato del Paese. Le centrali solari ed eoliche hanno una capacità, rispettivamente, di 1.354,88 e 172,43 MW, che è inferiore all’1% della capacità totale delle centrali elettriche russe. La quota di centrali idroelettriche è maggiore, circa il 20%, ma è difficile considerarle appieno “energia verde”, visto l’impatto negativo che hanno sulla fauna fluviale e sul microclima locale, a causa della costruzione delle dighe. In futuro saranno semmai necessarie mini-centrali idroelettriche, che richiederanno meno spazio e, di conseguenza, causeranno meno danni alla natura. Nel frattempo, in Russia, le centrali termiche e le centrali nucleari rappresentano ancora il grosso del settore energetico: la loro quota raggiunge l’80%.

L’Italia verde

Da diversi anni l’intera Europa va nella direzione dell’economia verde, e in particolare spinge per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. In molti Paesi, più della metà dell’energia generata proviene ormai da esse. L’Italia mostra una notevole attività in questa materia: nel 2014, quasi il 10% della capacità installata nel Paese era rappresentata da solare, eolico e geotermico; bisogna inoltre considerare che dopo il 1987 l’Italia ha deciso di abbandonare i progetti di sviluppo nel settore nucleare. Nel 2018 la quota di fonti rinnovabili sul totale del settore energetico era già del 20%, mentre in appena un anno erano stati installati nel Paese più di 1 GW di nuovi impianti di energia rinnovabile, di cui quasi la metà sono centrali solari.

Secondo il “Piano Integrato Energia e Clima” aggiornato, entro il 2030 dovrebbero comparire nel Belpaese ulteriori 50 GW di impianti solari (nel 2019 erano circa 20 GW), e grazie a ciò la quota di fonti rinnovabili dovrebbe aumentare fino al 30%. Inoltre, il piano prevede un aumento del volume delle fonti energetiche rinnovabili nella fornitura di calore, e nel settore dei trasporti. E oltre agli impianti solari, in Italia si sta sviluppando anche l’eolico: dovrebbero esserci 18,4 GW di tali impianti entro il 2030; si tratta di un raddoppio rispetto al 2019. Tutti i dati sono pienamente coerenti con la tendenza europea verso l’energia “carbon neutral”.

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